Agosto 2015, approfittando di una vacanza in Trentino alcuni componenti del gruppo (Marta, Luigi, Maurizio) nella zona di Peio sono saliti prima al monte Vioz e da li alla vicina Punta Linke dove si trova l'omonimo museo all'aperto. Qui era presente un volontario di un'associazione locale che fa opera di manutenzione al museo ed offre una visita guidata all'interno del piccolo e stretto baraccamento rimasto.
L'escursione è partita da Peio Fonti da dove con telecabina ed una seggiovia si è arrivati al rifugio Doss de Cembri (m.2313) da dove parte il sentiero che porta al rifugio Vioz (m.3535) lungo un bellissimo sentiero in un ambiente selvaggio e con grandi panorami.
Dal rifugio a cima Vioz si arriva in poco meno di 20'; si prosegue in direzione opposta a quella di salita lungo un crinale per successivamente scendere sul pianoro del ghiacciaio, attraversandolo passando accanto ad alcuni pali, fino a giungere alle indicazioni del museo. Si aggira brevemente una parta rocciosa e si arriva all'ingresso del museo.
La parte visitabile non è grande ma molto suggestiva e particolare, e rende benissimo come era la vita (?) dei militari che dovevano restarne all'interno; già la situazione era drammatica, in più la quota e le condizioni climatiche potevano essere spesso tremende.
Dopo l'ingresso, si percorre uno stretto e freddo (ad agosto) corridoio con le pareti coperte di ghiaccio, per accedere ad una piccola stanza dove si trova quanto resta di una parte che permetteva alla teleferica di funzionare. Sono stati recuperati diversi oggetti ed anche le istruzioni per il funzionamento del motore che faceva lavorare la teleferica; interessante la visita e le indicazioni avute dal volontario di un'associazione che si occupa di mantenere e fare conoscere questo particolare museo.
Le foto
Il link su Punta Linke, sul sito del rifugio Vioz apri
L'escursione è partita da Peio Fonti da dove con telecabina ed una seggiovia si è arrivati al rifugio Doss de Cembri (m.2313) da dove parte il sentiero che porta al rifugio Vioz (m.3535) lungo un bellissimo sentiero in un ambiente selvaggio e con grandi panorami.
Dal rifugio a cima Vioz si arriva in poco meno di 20'; si prosegue in direzione opposta a quella di salita lungo un crinale per successivamente scendere sul pianoro del ghiacciaio, attraversandolo passando accanto ad alcuni pali, fino a giungere alle indicazioni del museo. Si aggira brevemente una parta rocciosa e si arriva all'ingresso del museo.
La parte visitabile non è grande ma molto suggestiva e particolare, e rende benissimo come era la vita (?) dei militari che dovevano restarne all'interno; già la situazione era drammatica, in più la quota e le condizioni climatiche potevano essere spesso tremende.
Dopo l'ingresso, si percorre uno stretto e freddo (ad agosto) corridoio con le pareti coperte di ghiaccio, per accedere ad una piccola stanza dove si trova quanto resta di una parte che permetteva alla teleferica di funzionare. Sono stati recuperati diversi oggetti ed anche le istruzioni per il funzionamento del motore che faceva lavorare la teleferica; interessante la visita e le indicazioni avute dal volontario di un'associazione che si occupa di mantenere e fare conoscere questo particolare museo.
Le foto
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